La
via longobarda attraverso la valle del Samoggia.
Durante
i due secoli di permanenza in Italia i Longobardi ebbero modo di
acquisire un'importante civilizzazione, acquisendo usi e costumi della
cultura italica.
“… erano stati i Longobardi dugento trentadue anni in Italia e di già
non ritenevano di forestieri altri che il nome…” scrisse il
Macchiavelli.
A questo proposito, costituisce elemento di rilievo la conversione al
cristianesimo e la fondazione, da parte di questi “ex barbari”, di
alcune comunità monastiche.
Nel 749 re Astolfo diede in dono il territorio di Fanano al cognato
Anselmo, nell’intento di riaprire la strada esistente in epoca romana
che collegava la pianura sul Po con la Val di Lima e Lucca. Anselmo
costruì quindi in tale località un ospizio dedicato a S.Giacomo,
divenendo a sua volta Abate Benedettino. Due anni più tardi lo stesso
Anselmo si spostò nella pianura tra Bologna e Modena, fondando
l’Abbazia di S.Silvestro di Nonantola. Costruiti due importanti centri
di controllo della viabilità, ma anche del territorio, le strade che ne
permettevano la comunicazione cominciarono ad essere attraversate da
pellegrini, viandanti, mercanti e soldati, e le località che ne erano
attraversate acquisirono una sempre maggiore importanza, mentre altri
luoghi dediti all’ospitalità nascevano lungo il percorso.
Le vie di comunicazione all’epoca seguivano i crinali e le alture,
ritenuti più sicuri dalle imboscate, senza dover perdere di vista la
linea guida dei fiumi. Non esisteva quindi una sola strada percorribile,
ma un’area entro la quale era possibile scegliere percorsi diversi, a
seconda delle condizioni del tempo, delle località che si aveva
necessità di attraversare e delle strutture di accoglienza che si
desiderava utilizzare.
I crinali del territorio compreso tra il Samoggia e il Panaro furono
quindi attraversati da numerose direttrici, molte delle quali finivano
per congiungersi in prossimità di Tiola.
Uno dei percorsi più significativi della Via Longobarda attraversava il
nostro territorio provenendo da Persiceto, intersecava la via Predosa
fra Bazzano e Crespellano, giungeva a Bazzano e da qui si portava a
Monteveglio. Da questa località saliva poi verso Zappolino, (dove
ancora oggi esiste “Cà Ospizio”, che funzionò nel 1400-1500 come
ospizio per trovatelli, ma che poteva essere all’epoca un ospizio per
pellegrini), ma prima di raggiungerne il castello, la strada incontrava
una località chiamata Sarmeda
un abitato sorto su un antico accampamento di legionari originari
dell’attuale Ucraina, i Sarmiti. (Si trovava sulla
collina che sovrasta l’attuale podere Scarsella).
La strada continuava poi a risalire il crinale del Samoggia, per toccare
Tiola e la Pieve di Samoggia, sopra la quale si congiungeva con il ramo
proveniente da Serravalle. (Oggi nel punto di intersezione è presente
una lapide che riporta l’iscrizione “Ave Maria”, posizionata in
epoca successiva). Oltrepassata la Pieve di Samoggia i viandanti
potevano raggiungere S.Lucia di Roffeno, Castel d’Aiano, Bombiana,
Rocca Corneta, Fanano, Ospitale, Lizzano Pistoiese e scendere poi verso
Lucca o Pistoia.
Facendo un passo indietro e ritornando a Bazzano, è opportuno ricordare
che da questa località si poteva scegliere il percorso per Serravalle,
che si congiungeva con l’altro tracciato come abbiamo visto in
prossimità di Samoggia – Tiola.
Ritengo tuttavia che quest’ultimo tratto abbia acquisito importanza in
epoche successive, mentre il tracciato Monteveglio – Zappolino doveva
essere molto frequentato in età longobarda, questo spiegherebbe la
dedicazione della parrocchia di Zappolino ai Santi Senesio e Teopompo (di
origine turca, ma venerati appunto dai longobardi), le reliquie dei quali sono conservate proprio a
Nonantola.
Questa
strada, o meglio questa area di strada, che in parte aveva ripreso
tratti di tracciati romani caduti in disuso, diverrà alcuni anni più
tardi una delle tante strade che portavano i Pellegrini da Santiago de
Compostela a Roma, in pratica si troverà ad essere parte della Via
Francigena, ed ha assunto ai nostri giorni diverse denominazioni: Via
Longobarda, Via Romea Nonantolana, Via Cassiola (piccola Cassia).
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