Matilde
di Canossa
L’inizio
dell’XI secolo fu caratterizzato dalla lotta per le investiture,
che provocò la decadenza della soggezione ecclesiastica di Ravenna
e che ebbe come protagonista la Contessa Matilde di Canossa.
Il territorio bolognese era in questi anni piuttosto ridotto
e quello modenese arrivava a lambire il torrente Lavino e più
in alto il Samoggia.
Una parte piuttosto importante del territorio tra Samoggia e
Panaro divenne feudo dei conti di Canossa, che in seguito divennero
marchesi di Toscana.
Matilde
nacque a Mantova nell'anno 1046, figlia terzogenita di
Bonifacio, duca e marchese di Toscana e di Beatrice di Lorena;
i suoi due fratelli maggiori morirono in età infantile. Nel
1055, a seguito della morte del padre, diventa signora di vasti
territori, in particolare le appartennero Bazzano, Monte Budello,
Monteveglio, Zappolino, Oliveto, Gesso, Roffeno, Labante, Castelvetro
e buona parte della vallata del Samoggia. Alla morte della madre,
il 18 aprile 1076, divenne marchesa di Toscana.
L’episodio che
portò Matilde ad essere considerata degna di grande considerazione
da parte del pontefice e dell’imperatore, fu la mediazione di
pace che seppe sostenere tra i due,
Papa Gregorio VII e lo scomunicato re germanico Enrico IV di
Franconia, suo cugino.
L’evento
si svolse a Canossa nel 1077, e pare che l’imperatore si inginocchiò
al di fuori delle mura del castello per chiedere perdono al
Papa.
Pur essendo feudataria dell’imperatore, avendo cioè in gestione
diversi beni feudali, amministrati per conto dello stesso, si
schierò a fianco del Papa quando riprese il conflitto tra questi
ed Enrico IV.
Il 2 luglio 1084 alla testa del suo esercito sbaragliò a Sorbara,
nei pressi di Modena, le forze scismatiche capeggiate dai vescovi
Everardo di Parma e Gandolfo di Reggio.
Nel 1092 avvenne
l'episodio dell'attacco al castello di Monteveglio (molto importante
per Matilde, la quale vi fece costruire l’Abbazia, che donò
poi ai canonici di S.Frediano). La fortezza resistette per lungo
tempo all'assedio di Enrico IV, il quale poi si ritirò per la
morte del figlio, ucciso dagli assediati durante una disperata
sortita, mentre il suo esercito stava facendo correre un’ imponente
macchina da guerra dal Monte Cucherla verso il castello. A seguito
di questo episodio le truppe dell'imperatore e dell'antipapa
mossero in ritirata, incalzate dall'esercito della contessa,
che riuscì a riprendere diverse località della Lombardia, conquistate
da Enrico IV alcuni mesi prima. Questa serie di sconfitte indusse
il figlio primogenito dell'imperatore a ribellarsi al padre,
il quale poi abbandonò l'Italia nel 1097.
Risulta difficile pensare che il vicino castello di Zappolino
non abbia dato il proprio contributo alla difesa dalle truppe
imperiali, dal momento che le due roccaforti sorgevano a poca
distanza l'una dall'altra ed erano in grado di controllarsi
a vista. Nel 1104 il castello di Monteveglio venne restaurato,
in quanto i danni subiti durante l’assedio alcuni anni prima
ne avevano compromesso la sicurezza.
I vasti possedimenti di Matilde avevano creato una sorta di
pace forzata, dove molti territori storicamente divisi da confini
storici e geografici si trovavano sotto la stessa giurisdizione.
Negli ultimi anni della giurisdizione della contessa, Bologna
si sentiva stretta all’interno delle sue vecchie mura, entro
la quali vi era stato un repentino aumento demografico dovuto
alla nascita dello Studio. La città aveva bisogno di nuovi territori
e le terre occidentali, oltre ad avere diversi mulini, erano
particolarmente ricche di prodotti di lusso, come olio d’oliva
e vino.
Il neonato Comune, che aveva estromesso il conte dalla città,
non era ancora sufficientemente potente per togliere il contado
dalle mani del rappresentante dell’imperatore, nel caso di Matilde
la faccenda si faceva ancora più delicata, essendo questa alleata
del Papa.
Alla morte della contessa Bologna cominciò a rivendicare i suoi
vecchi territori, cercando di allargarsi anche oltre i vecchi
confini occidentali.
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