Questa fotografia, tratta da una vecchia cartolina e scattata nel 1907, mostra l'oratorio di Zappolino prima dell'abbattimento, operato senza troppi riguardi a seguito dei non irreparabili danni subiti durante l'ultimo conflitto mondiale.

Nascita della comunità e del castello.
Le notizie sulle vicende storiche di Zappolino sono purtroppo scarse ed incerte, ed una ricostruzione cronologica approfondita risulta pertanto piuttosto difficile. Sicuramente il territorio circostante ospitava già alcune comunità durante il dominio imperiale di Roma, come testimoniano in nomi delle località di Ducentola e Parviano.
Zappolino, assieme ad altre alture come Monte Mauro e Tiola, fece sicuramente parte di una serie di fortificazioni erette a difesa dell'Esarcato di Ravenna nel VI secolo d.C., al tempo delle invasioni barbariche. Nei pressi di queste fortificazioni si vennero poi raccogliendo gli abitanti della zona, per ragioni economiche e di sicurezza, finchè con il passare del tempo ai primitivi steccati andarono sostituendosi le prime costruzioni in muratura e quindi i castelli.
Nei secoli VIII, IX, X, e XI si estese, anche grazie a lasciti dei potenti dell'epoca, la giurisdizione dell'Abbazia di Nonantola su tutta la zona e Zappolino ne fu pertanto soggetto, per poi passare in seguito a quella dell'Abbazia di Monteveglio. A quei tempi la strada proveniente da Nonantola per Fanano, voluta dal monaco longobardo Anselmo, incontrava nella nostra località un'importante tappa per il ristoro di viandanti e pellegrini.
Il castello che sorgeva sul colle di Zappolino costituì un importante baluardo a difesa dell’esarcato di Ravenna ed in seguito di Bologna, in quanto si trovava sul confine tra la provincia di questa città e quella di Modena. Fu quindi testimone di vicende drammatiche, come la battaglia del 1325, ma allo stesso tempo sede di una fiorente comunità.

Notizie storiche
In un documento del 1155 si accenna all'esistenza del castello di Zappolino e già a quest'epoca tutta la zona era soggetta al governo centrale di Bologna, che divise tutto il suo territorio in quattro vasti quartieri, i quali presero il nome dalle quattro porte. Zappolino venne sottoposto al primo quartiere, detto di Porta Nuova o Porta Stiera.
A quei tempi il dissidio fra Bolognesi e Modenesi era già in atto a causa delle dispute sui confini e tutta la zona era quindi teatro di agguati e guerriglie, finchè nel 1200 le due città decisero di affidare la soluzione delle loro discordie all'arbitrato di Uberto Pretore, a seguito del quale nel 1204 i modenesi restituirono il priorato di S. Apollinare e la sua vallata (sede del castello di Serravalle) ai bolognesi. La pace però fu piuttosto breve, perchè Federico II, alleato con i ghibellini ed in collera con i guelfi di Bologna per aver guerreggiato contro Imola, restituì il priorato e la sua valle ai modenesi. Non è dato sapere se questi rioccuparono la vallata, in quanto nel 1227 i bolognesi ricostruirono e fortificarono il Castello di Serravalle.
Nel 1228 Cipriano da Zappolino venne designato dalla città di Ferrara a far parte di una commissione, che doveva stabilire la tassa che i mercanti dovevano pagare per accedere a quella stessa città.
Gli estimi del 1245 riportano la presenza di alcuni fabbri: Villano, Gardino e Raimondino figlio di Gerardo residenti a Mongiorgio. A Zappolino risultava attiva la bottega del fabbro Giacomo in località Cantagalo, l'attuale casa Cantagallo a Fagnano.
Nel 1272 risultano residenti a Bologna, nel quartiere di Porta Stiera, un maestro muratore originario di Mongiorgio; mentre il quartiere di Porta Procola annovera un muratore proveniente proprio da Zappolino
Nel 1278 i canonici di S. Apollinare fecero intervenire i magistrati di Bologna per risolvere le discordie intestine tra le comunità di Zappolino, Tiola, Serravalle e S. Apollinare, discordie alle quali facevano seguito rapine, agguati e delitti.
Il 14 giugno 1297 il consiglio di Bologna emanò un decreto per ampliare e fortificare il castello di Zappolino, data la sua grande importanza per la difesa dei territori confinari, dovettero concorrere alle spese necessarie i castelli di Amola di Montagna, Ozzano dell' Amola, Monte S.Giovanni, Monte Maggiore, Monte S.Pietro, Gavignano, Riva Maglaria, Rasiglio, Monte Polo, S.Ilario (oggi S.Chierlo); tutti castelli che in caso di guerra contro Modena avrebbero tratto beneficio dalla robustezza della roccaforte.
Nel libro degli Estimi del 1305 Giovanni di Zappolino aveva iscritta una partita per 2300 libre, che per l'epoca era una enorme ricchezza. Si trattava quindi di un personaggio piuttosto potente.
Col passare degli anni le rivalità tra Bologna e Modena, si fecero sempre più aspre, finchè nel 1325 il castello di Monteveglio cadde per tradimento nelle mani di Passerino Bonacolsi, signore di Modena. A questo punto i bolognesi organizzarono le truppe per tentare di riconquistare la roccaforte perduta, a tale scopo Guido da Zappolino fu inviato in Romagna come ambasciatore. L'esercito bolognese, composto da 20000 fanti e 2000 cavalieri, incontrò quello modenese presso l'attuale località Bersagliera, ai piedi del colle di Zappolino, il 15 Novembre 1325, e quella che ne seguì fu una delle più grandi e sanguinose battaglie campali che la storia ricordi, della quale riportiamo in altra pagina. 
(la battaglia del 1325)

Guido da Zappolino venne eletto nel 1335 membro del Consiglio degli Anziani di Bologna.
Robaconte da Zappolino venne chiamato nel 1347 a far parte della Società dei Notai e del Consiglio di Bologna.
Nel 1355 Giannotto da Zappolino venne inviato come ambasciatore presso i Visconti di Milano da parte dei Bolognesi, i quali però cinque anni dopo, nella persona di Bernabò, tentarono di espandere il loro dominio sulla zona con l'aiuto di signorotti locali, primo fra tutti il perfido Muzzarello da Cuzzano, signore dell'omonimo castello a circa un km da Zappolino, ma da sempre nemico di Bologna. Questi conquistò diversi castelli della vallata del Samoggia, ma non quelli di Zappolino, Monteveglio e Oliveto.
Nel 1361 il castello di Zappolino cadde per tradimento nelle mani di Francesco d'Este, capitano del già citato Bernabò Visconti. Il governo di Bologna però passò al contrattacco e riuscì in breve a riconquistare questo e altri castelli perduti. E' chiaro a questo punto quanto fosse importante la nostra roccaforte, e appare quindi piuttosto strano l'ordine di demolizione emesso dal Consiglio di Bologna nel 1377, emesso probabilmente a seguito della ribellione del contado nei confronti dell'autorità papale (1376). Non è però chiaro se l'ordine fu eseguito, in quanto nel 1400 risulta presidiato dal capitano Giovanni Toniolo Bianchetti, se lo fu, certamente venne ricostruito in breve tempo, o forse fu semplicemente ridimensionato.
Sempre nell'anno 1377 Nicola da Zappolino venne prescelto dal Consiglio di Bologna a risolvere una complessa questione di privilegi dei Frati della Penitenza, questo incarico gli venne rinnovato nel 1381.
Un altro personaggio di Zappolino dette lustro alla sua terra: Robaconte, che venne eletto nel 1387 a far parte del consiglio dei  600 di Bologna, e nel 1396 tale Nicola si recò a Ferrara come ambasciatore dei bolognesi.
Giovanni I Bentivoglio, signore di Bologna, inviò nel 1401 uomini di sua fiducia a presidiare i castelli della zona, a tale scopo a Zappolino venne inviato Masino di Savio Bentivoglio.
Papa Clemente VII il 28 Marzo 1530 investì della signoria del castello Camillo di Bernardino Gozzadini.
I comuni di Serravalle, Tiola, Zappolino, e Ponzano furono riuniti in un unico comune nel 1815 sotto la dominazione napoleonica sotto il nome di "Serravalle" e la sede comunale fu sistemata nella borgata di Castelletto, che è oggi un paese di notevoli dimensioni. La denominazione del comune fu poi mutata in "Castello di Serravalle" con regio decreto il 4 dicembre 1862.
Con il passare degli anni l'importanza di una fortificazione andò affievolendosi, e le mura del castello andarono lentamente scomparendo, forse per incuria o forse per dare spazio a coltivazioni. Le costruzioni principali, come il torrione pentagonale e la chiesa, vennero invece distrutte dal terremoto del 1929, a seguito del quale vennero costruite alcune baracche per dare spazio ai senzatetto. Negli anni successivi, con i fondi stanziati dal governo fascista, furono ricostruite alcune abitazioni, fra cui il campanile, utilizzando anche 
le pietre delle antiche costruzioni.
Nel 1945 Zappolino, quasi servisse una dimostrazione dell'importanza strategica della sua posizione, si vide attraversato dalle truppe germaniche in ritirata, seguite dalla Prima Divisione corazzata americana; fu pertanto oggetto di bombardamenti da parte dell'aviazione alleata, mentre le mine piazzate dall'esercito germanico causarono il crollo parziale dell'oratorio. Restano ancora oggi alcune postazioni tedesche scavate nel tufo.
Nel 1958, per volere del Parroco Don Antonio Ghedini, venne costruita la chiesa, a fianco del già esistente campanile.